Sì, beh... ci ho messo un pochino a riuscire a trascinarmi nella doccia, dopo il ritorno dal lavoro. Ero a pezzi. Sono a pezzi. Non credo il lavoro fosse il motivo della mia debolezza e stanchezza, almeno non il principale. Ritengo si tratti in parte anche del caldo che è arrivato (e che io, a dispetto delle mie origini, non riesco a sopportare), del föhn o di non so che altro.
Ad ogni modo, quel che volevo raccontare è che, nella doccia, mentre mi accingevo a prendere il flacone del sapone ho guardato verso la base. Ho visto i flaconi nell'angolo della cabina doccia, nel centro c'erano i miei piedi, delle goccie d'acqua e dell'acqua che scorreva.
Così come ho visto questa immagine, quel che ho pensato è stato: "Dov'è il telefono devo fare una foto", poi mi sono resa conto che il telefono, o qualsivoglia altro apparecchio per fissare questa immagine non era a portata di mano, e quindi ora c'è solo uno sbiadito ricordo nella mia testa.
Le luci, le ombre, la composizione piedi-flaconi-basedoccia... non lo so cosa ci fosse ma c'era qualcosa. Qualcosa di artistico. E come sempre quando vedo qualche immagine di questo tipo mi blocco a fissare, e poi mi rendo conto che sorrido.
Mah!
Mi è successo anche un'altra volta, credo poco più di un mese fa, fissando una finestra. In quella occasione ho fatto una foto dal cellulare. Ma non so perché, avrei voluto poter essere libera di esprimermi anche con altri mezzi. Un'altra volta ho provato a disegnare la medesima finestra. Ma la luce era diversa, il mio stato d'animo probabilmente pure... e l'angolazione e tutto... quella stessa finestra non era la medesima finestra.
Potrei andare avanti per ore ma mi fermo qui.
E spero di conservare il ricordo di quella immagine della doccia ancora a lungo. Era davvero un pezzo d'arte.
No comments:
Post a Comment